Biografia

Credo di essere sempre stato, anche se inconsciamente, un "designer". 
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Quando da bambino, aiutato da mio nonno, univo ritagli di stoffa con scarti di legno e vecchi pezzi di ferro cercando impacciatamente di realizzare l'idea del momento, stavo già portando avanti un progetto.
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Così come più tardi, quando dovendo sistemare la sede scout con i miei squadriglieri, trasformai la mancanza di spazio in un'opportunità per costruire un tavolo a scomparsa. Fin d’allora prendevo già decisioni basate su delle necessità. 

Il termine "designer" però non mi è mai piaciuto, mi faceva pensare ad omuncoli egocentrici, bravi solo a criticare. In realtà l'errore era mio, figlio di un luogo comune che non mi aveva mai spinto a comprendere bene questa figura.
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Sono dovuto volare lontano per capire meglio cosa "designer" volesse realmente dire. Infatti terminate le superiori, completamente disorientato rispetto a cosa volessi diventare da grande, mi sono ritrovato a New York City. 
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Passare da una cittadina di neanche ventimila abitanti alla grande mela, ammetto, non è stato facile. Ma, passate le prime settimane, è stata un'avventura incredibile. Trascorrere sei mesi in America, conoscere persone di ogni astrazione sociale e cultura, mi ha permesso di approcciarmi al mondo in modo nuovo.
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Rientrato in Italia la parola "designer" ha quindi assunto un nuovo significato: il suo vero significato. 
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‍"Designer" vuole dire progettista.
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Liberatomi da questo assurdo pregiudizio verso il termine, ho quindi potuto approcciarmi agli studi universitari, appunto in Design della Comunicazione.
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Vivere a Milano durante gli anni universitari, mi ha permesso di provare esperienze lavorative disparate, conoscendo realtà nuove, da ognuna delle quali ho cercato di imparare qualcosa in più. Ho scoperto che il "designer" è una persona, spesso vestita di nero, che analizza i problemi per poter arrivare a trovare soluzioni efficaci.
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Terminati quindi gli studi e avendo risolto il dubbio di chi siano i "designer" , ho voltato nuovamente pagina trasferendomi a Napoli. Questa volta sono finito a frequentare l'Apple Developer Academy.

Alla Apple ho capito come solo l'approccio di un "designer" può trasformare un qualche chip e alcune linee di codice in uno strumento per risolvere i problemi più disparati. Da mero esercizio di tecnica a strumento capace di rivoluzionare la vita di tutti.
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Posso quindi affermare di essere un "designer" perché oggi, come da bambino, non faccio altro che studiare un problema finché non ne trovo una soluzione.